Come condurre un colloquio di lavoro e far parlare gli altri di sé

Capire come condurre un colloquio di lavoro e far parlare gli altri di sé, avendo la capacità di trasformarlo in un’intervista, è una vera e propria arte. 

Mi hanno sempre affascinato, infatti, i giornalisti che hanno fatto dell’abilità di intervistare la loro cifra stilistica. Saper intervistare non è semplice: i tempi televisivi sono stretti ed è necessario entrare subito nel vivo del personaggio intervistato, lasciando ad esso il ruolo da protagonista, senza però rinunciare alla propria inconfondibile tecnica. 

Far parlare gli altri di sé non è solo un dono, è anche una scienza. Le domande giuste poste nel giusto modo invitano l’interlocutore ad aprirsi e a giustificare le proprie risposte. È un meccanismo percepibile dal pubblico. Le risposte saranno così più approfondite, accurate e soddisfacenti per tutti. In particolare spesso i giornalisti non si limitano a fare domande ma, usando le armi dell’ironia e della provocazione, puntualizzano, chiosano, precisano, con affermazioni che spingono l’intervistato a dire cose divertenti, interessanti e mai scontate.

 

Domande da fare ad un colloquio e tecniche da usare

 

Ogni tipo di conversazione ha le sue regole e l’intervista di selezione di un candidato non può sicuramente seguire quelle di carattere giornalistico. Seppur io creda che ne possa mutuare alcuni aspetti. Gli esperti hanno infatti sviluppato alcune tecniche di colloquio che consentono di porre domande strutturate di tipo comportamentale (BEI o STAR). Grazie a un modello di intervista collaborativa, il candidato racconta degli episodi della sua esperienza professionale, dando vita a un vero e proprio storytelling. In modo implicito, è infatti il selezionatore che aiuta il candidato ad approfondire alcuni episodi e comportamenti assunti. Le domande ad un colloquio di lavoro seguono il flusso del dialogo permettendo al candidato di raccontarsi e di offrire un quadro più complesso e articolato. Il colloquio così strutturato non sarà solo uno strumento più efficace di valutazione, ma potrà diventare un’esperienza stimolante e persino una possibilità di engagement. 

Non è facile trovare le giuste domande da fare a un colloquio di lavoro e, pertanto, ai candidati vengono posti sempre gli stessi quesiti, perdendo di vista la specificità del ruolo che andranno a ricoprire e le sfide che comporterà: “Qual è il suo peggior difetto? E il suo miglior pregio? Qual è la sua più grande aspirazione?” sono tra le più diffuse. 

Vi ricordate la risposta di Stefano Accorsi nel film 'Santa Maradona'? 'Sincerità' 

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