Sviluppo di un’organizzazione aziendale incentrata sulla Employee Experience

L’employee experience (concetto costruito a specchio su quello di customer experience ormai ampiamente adottata nel marketing attuale) include tutto ciò che un lavoratore esperisce e percepisce durante l’intera esperienza di lavoro in una determinata organizzazione. 

Per lo sviluppo di un'organizzazione aziendale moderna e innovativa è molto importante però tenere conto anche del vissuto complessivo di un dipendente, ovvero il modo in cui i dipendenti si sentono rispetto a ciò che conoscono, osservano e sentono nel corso del loro viaggio.

L’azienda è infatti un‘organizzazione lavorativa complessa formata da persone, processi, strumenti, ma soprattutto contraddistinta dalle esperienze di lavoro dei dipendenti, che richiede necessariamente una visione di insieme, un continuo sforzo a contemplare e analizzare l'interezza del processo, tenendo in considerazione quante più variabili possibili.

In una celebre frase Aldous Huxley ricordava infatti che “L’esperienza non è ciò che ti succede. È ciò che fai con quello che ti succede.

Un’esperienza lavorativa di qualità sarà condizionata allora da elementi come la flessibilità nella gestione del tempo e degli obiettivi, gli spazi di lavoro, le interazioni con colleghi e superiori, la work-life balance che per ogni lavoratore si attesta su piani diversi, la dotazione di strumenti tecnologici efficienti, oltre ovviamente ad aspetti remunerativi ed incentivanti.

 

I vantaggi della employeé experience per dipendenti e aziende

 

Abbiamo detto che un employee experience positiva incontra le aspettative del dipendente durante tutto il percorso di carriera e rientra in un più ampio concetto di “qualità totale” per cui è solo mirando al benessere di tutti i soggetti coinvolti nel processo e nel sistema che si raggiungono risultati di successo duraturi. 

Scopriamo quindi nello specifico quali sono i vantaggi, non solo per i dipendenti ma per le stesse aziende.

Uno dei pilastri dell’“employee experience” è la mentalità “people-centric” che mette al primo posto i vissuti e le aspettative delle persone: il focus sull’esperienza del dipendente è la chiave per attirare e motivare le menti più brillanti in azienda.

La ricerca di Jacob Morgan (HBR “Why the Millions We Spend on Employee Engagement Buy Us So Little”) dimostra che le aziende che investono nelle esperienze di dipendenti non solo crescono 1,5 volte più velocemente, ma pagano meglio, producono più del doppio in termini di ricavi e sono 4 volte più redditizie, con turnover più bassi anche del 40%.

La fluidità e la complessità del mondo del lavoro attuale richiede un nuovo patto tra organizzazione e persone che generi esperienze di valore per l’azienda da un lato e crescita personale e professionale per il dipendente dall'altro.


Bisogna ripartire da una organizzazione aziendale pensata a partire dall’employeé experience, adottando un nuovo modello che analizzi e includa tutto ciò che rafforza la dimensione emozionale dell’avventura professionale di un lavoratore.

Serve perciò un approccio HR globale per soddisfare i talenti nel loro percorso di carriera e riuscire a coinvolgere il dipendente in ogni fase del suo viaggio in azienda: diventa importante individuare le leve che ci motivano a proseguire insieme all’interno dell’organizzazione lavorativa.

 

Un’azienda ideale con l’employer branding strategy

 

L’esperienza positiva per il dipendente inizia da un'azione di employer branding strategy da parte dell’azienda e prosegue con processi di recruiting coinvolgenti in cui dai colloqui il candidato deve uscire con l’impressione di essere stato nel posto di lavoro ideale, anche nel caso in cui il processo non si concluda con l’inserimento in azienda. Infatti già dal colloquio di selezione il candidato comincia a valutare l'azienda e spesso ricorre a “recensioni” di ex dipendenti dell’organizzazione stessa.

L’inserimento in azienda costituisce uno step delicato e importante, a volte sottovalutato nelle criticità che può presentare, laddove l’esperienza di un primo impatto negativo condiziona e può sancire il fallimento dell’inserimento stesso. È stato rilevato che sempre più spesso le persone decidono di lasciare l'azienda all'inizio del mandato (circa un 10%); un ingresso adeguato in un'organizzazione attraverso processi come l’onboarding aziendale può fare un'enorme differenza nell’esperienza del neoassunto e nel suo desiderio di restare.

Nello scenario attuale poi non possiamo aspettarci che le persone rimangano a lungo nella stessa azienda, è più che mai importante non fissarsi unicamente sulla retention a tutti i costi, ma diventa essenziale rimanere coinvolti con i dipendenti anche quando stanno per andarsene. Non solo per capire le ragioni alla base della decisione di lasciare, ma anche perché in seguito potranno comunque rimanere ambasciatori del brand della cultura aziendale, testimoni entusiasti del loro percorso (attraction di nuovi talenti) o potenzialmente anche tornare in azienda dopo tempo. La fuoriuscita o in generale la conclusione del rapporto di lavoro con il dipendente può essere considerata dunque da una nuova prospettiva. 

 

Creare un ambiente di lavoro positivo per i dipendenti 

 

Jacob Morgan inserisce l’esperienza dei dipendenti all’interno di 3 fattori: culturatecnologia e spazio fisico.

 

  • La cultura: un ambiente in cui le persone vogliono lavorare;
  • La tecnologia è fondamentale, intesa come plasmabile in base alle necessità delle persone e non elemento limitante. 
  • Lo spazio fisico deve permettere ai dipendenti di lavorare in modo ottimale. 

L'esperienza emotiva dei dipendenti, il modo in cui pensano l'azienda, come interagiscono con i colleghi, i superiori, come comprendono e si muovono nel loro ambiente di lavoro sono un indicatore di come l’esperienza complessiva verrà definita in termini semplici “buona o cattiva”.

Possiamo quindi riassumere indicando come leve importanti per la nascita e la costruzione di un’employeé experience ottimale e un ambiente di lavoro positivo:

  • una dimensione emotiva positiva e stimolante per i dipendenti e l’organizzazione;
  • strumenti tecnologici efficaci che permettano ai dipendenti di dedicare il tempo alle cose che contano, piuttosto che essere rallentati da strumenti inefficaci
  • comprendere le loro esigenze e la conformazione dello “spazio” (fisico e non) di cui hanno bisogno;
  • sviluppare percorsi di apprendimento just-in-time per incrementare i risultati del loro apprendimento
  • promuovere una cultura aziendale che stimoli la crescita professionale.

Infine, ma non meno importante, affinché questa organizzazione aziendale di tipo moderno sia realizzabile e funzioni non deve mancare un sistema di feedback continuo e diffuso che sintonizzi e riallinei costantemente i reciproci sforzi. Il coinvolgimento dei dipendenti sembra altamente correlato con il successo dell’azienda (declinato in varie forme) e con l'impegno che le persone dedicheranno al proprio lavoro. 

L’innovazione diventa possibile partendo dalle persone, che vengono chiamate in causa ed invitate ad esprimere le loro qualità, competenze e potenzialità.